Qualche giorno fa European Schoolnet ha organizzato un webinar insieme ad ESRI per parlare delle mappe nell’educazione, se l’avete perso vi consiglio di guardarlo su youtube (magari mettendo i sottotitoli in Italiano).
Io credo che le mappe siano molto utili per la didattica per sintetizzare e collocare nello spazio informazioni. Lo scorso anno ho avuto modo di giocare con un altro strumento molto carino creato da ESRI ovvero le story maps, uno strumento che è messo a disposizione gratuitamente da ESRI italia per le scuole. Insieme con la mia partner in crime, dai tempi dell’università, durante un corso organizzato dalla scuola di Geotecnologie di Siena abbiamo realizzato questo lavoro sul Vesuvio. La storia è rimasta in modalità bozza, ma da un idea delle potenzialità di questo strumento.
Oltre a creare le vostre story maps ne potete trovare anche di già fatte da ESRI o altri enti di ricerca. Io personalmente nella didattica a distanza ho utilizzato le story maps dell’INGV sui terremoti. A questo link trovate una raccolta utile per parlare di terremoti in Italia. Le story maps sono uno strumento molto efficace per introdurre questo argomento, perchè mostrano come i terremoti sono diffusi su tutto il territorio italiano, sono fenomeni ricorrenti e, nonostante conosciamo il rischio sismico del nostro territorio, gli eventi sismici importanti determinano diversi morti. Motivo in più Per parlarne ai futuri cittadini, sperando che svolgano un lavoro migliore del nostro.
Devo dire vado davvero fiera di questo lavoro, sopratutto perchè racchiude i contributi di anime molto diverse tra di loro e mettere insieme le nostre esperienze con un linguaggio comune è stato un esperienza interessante.
Il 2020 non è iniziato nel migliore dei modi sotto tanti punti di vista, ma sicuramente ricorderò il gennaio 2020 come il mese in cui ho parlato con un astronauta in orbita intorno alla terra. Il 17 gennaio (e molti si aspettavano il peggio in questa giornata) ho partecipato con i miei alunni della 3D dell’IC De Amicis- Da vinci and una inflight call con la Stazione Spaziale Internazionale, dove si trovava il primo astronauta Italiano che ha rivestito il ruolo di comandante della stazione, Luca Parmitano.
400 ragazzi da 10 scuole provenienti da tutto il territorio italiano raccolti nell’auditorium dell’Agenzia Spaziale Italiana, l’emozione era palpabile. All’inizio pensavo di essere la sola, ma ma mano che si avvicinava il collegamento con L’ISS si sentiva un energia enorme nella sala ed arrivavano tante persone che lavorano all’ASI giusto per salutare il nostro astronauta.
Prima della call abbiamo imparato tante cose sulle spazio, ed è stato fantastico vedere la gioia di un mio alunno quando sul palco ha sentito porre proprio la domanda sull’ISS che lui aveva ideato. Quando si avvicinava il momento di salire sul palco anche chi aveva mostrato coraggio e nonchalance nell’essere stato prescelto a parlare con Parmitano è iniziato ad essere nervoso. Sapevamo che saremmo stati in diretta anche sulla NASA tv, (vi rendete conto la NASA TV!!!) ma quando ci siamo collegati con la sala di controllo di Houston non so quanto avrei pagato per poter dire il mitico HOUSTON WE HAVE A PROBLEM (e quindi venire bloccata per procurato allarme) ma sono riuscita a trattenermi (meno male). Ed ecco Luca Parmitano a testa in giù che ci mostrava come si vive in assenza di gravità! Il nostro coraggioso rappresentante nonostante il nervosismo è riuscito a salire sul palco e porre la sua domanda, tanta stima invece per una ragazza che già sul palco si è sentita dire che purtroppo il tempo era scaduto ed aveva perso la sua occasione di parlare con lo spazio.
Io ero li, in prima fila sotto al palco (ho rubato il posto ad una ragazza all’ultimo momento) che non riuscivo a credere di stare parlando con lo spazio attraverso Skype. La tecnologia riesce a fare delle cose meravigliose! ed è proprio grazie alla ricerca spaziale che tanti oggetti sono entrati nella vita di tutti i giorni (proprio come il pile che mi tiene calda in questo momento). Con i ragazzi abbiamo provato a creare una storia di instagram per raccontare la nostra esperienza, ma l’emozione del momento è stata cosi grande che ci siamo fatti travolgere e ci siamo dimenticati di postare.
Il 17 gennaio per me resterà una giornata fortunatissima, non ho potuto chiedere direttamente a Parmitano se le Fragole maturano anche nello spazio ma spero tanto di vedere maturare una nuova generazione di appassionati e professionisti delle STEM, chissà magari ispirati da un astronauta in un venerdì di Gennaio.
Dopo il successo delle edizioni in inglese, spagnolo e portoghese, siamo felici di annunciare che ora è disponibile anche in italiano e in francese il #EuropeanaMOOC: “Europeana in classe: costruire le competenze del 21° secolo con il patrimonio culturale digitale”, il cui scopo è quello di potenziare le conoscenze degli insegnanti sul patrimonio culturale e presentare loro nuovi concetti, come l’apprendimento basato su progetto o le STEAM.
Se ti interessano i metodi migliori per usare la tua competenza culturale in classe, migliorare le tue abilità digitali e pedagogiche, e molto altro, iscriviti al MOOC Europeana. Il corso inizia il 16 marzo 2020 e dura 5 settimane. Cosa aspetti!iscriviti qui.
La mia partecipazione in questo progetto, come coordinatrice per AIRIcerca, ha cambiato la mia percezione del problema dell’inquinamento dei mari da parte della plastica, in particolare quella monouso. Grazie al progetto abbiamo raccolto dati in 4 siti tra mar mediterraneo e oceano atlantico, ed abbiamo costatato che nonostante le diverse normative e regolamentazione, l’inquinamento da plastica è un problema comune, da affrontare globalmente.
Per questo motivo insieme agli altri partner del progetto abbiamo realizzato delle attività didattiche da realizzare in classe modo da sollevare il problema con i cittadini di domani. In particolare io ho realizzato una lezione dove i ragazzi devono creare un ipotetica roccia del futuro, che potrebbe essere molto diversa dalle rocce che vediamo attualmente dato quello che ritroviamo attualmente in mare.
— Teresita Gravina (@anivarGatisereT) May 25, 2019
A breve dovrebbero essere disponibili anche le attività in italiano, ma intanto vi consiglio di iniziare a dare un occhiata ai materiali in inglese.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok